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1933-34

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La squadra, di cui è diventato presidente l’ing. Noceti l’uomo che ne accompagnerà le fortune fino agli anni ’40, è allenata da Rinaldo Roggero, la maggior gloria del calcio savonese e presenta questo 11 di base: Toscano, De Valle, Pantani, Bartoli, Poccardi, Argenti, Caviglione, Vanara, Calcagno, Canepa, Borgo (la prima linea è tutta formata da prodotti locali: ai “quattro moschettieri” infatti si è aggiunto il valleggino Calcagno, capace in seguito di militare in squadre molto importanti in giro per l’Italia). Un attacco a mitraglia, che segna 82 reti in 30 partite; l’inizio campionato è pazzesco: 9 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta nelle prime 11 giornate, con la cifra-record di 37 gol segnati! A fine stagione il Savona regola di due punti (47 a 45) l’Andrea Doria, totalizzando 24 punti (quando la vittoria ne valeva soltanto due, beninteso) nelle ultime 14 gare…
Si torna così alle finali, proprio mentre la nazionale Italiana ( Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi) vince il titolo mondiale superando 2-1, a Roma, con i tempi supplementari la Cecoslovacchia.
Torniamo, però, alle finali per salire in Serie B.
Avversarie del Savona sono il Catania, la Biellese e la Reggiana.
I biancoblù lottano alla brava: sconfitti a Catania per 2-0, infilano tre vittorie casalinghe di seguito (Biellese 3-0; Reggiana 5-1; Catania 2-1) ed impattano al “Lamarmora” di Biella 1-1. L’ultimo turno si presenta così con il Savona in vantaggio di un punto sul Catania. Mentre gli etnei fanno il loro dovere liquidando secco (4-0) la Biellese, già tagliata fuori, al “Mirabello” di Reggio Emilia, dove si disputa Reggiana-Savona succede di tutto: l’arbitro Piziolo di Firenze permette ai granata locali (una delle squadre “fatali” nella storia del Savona, come vedremo in seguito) un gioco durissimo, in cui eccellono i quattro fratelli Campari e concede ai locali anche un calcio di rigore dubbio, realizzato da Violi. I savonesi cascano nella trappola e cedono le armi (3-1): la Serie B rimane un miraggio, inseguito per tutti gli anni ’30.

1932-33

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Da quest’anno, e per poche stagioni, comincia un esperimento nefando: partecipano ai campionati minori anche le seconde squadre delle formazioni più blasonate della massima serie, provocando aspre polemiche per il comportamento, non sempre trasparente.
Il cortocircuito arriva all’ultima giornata: Derthona e la seconda squadra del Genoa (che non può salire in serie B…) a 34 punti, Savona a 33. L’ultimo turno prevede Genoa II-Derthona e Savona-Imperia, i biancoblù vincono ma a Genova si cucina la “torta” e i leoncelli se la mangiano.
Il Savona arriva quindi un punto dietro al Derthona, vincitore del girone, ma ha sempre un attacco al fulmicotone: 65 reti in 26 giornate. Da segnalare però anche l’avvio di campionato, tutt’altro che brillante: 4 sconfitte nelle prime 5 giornate sembrano compromettere l’esito del torneo, poi un’esaltante rimonta caratterizzata da goleade distribuite a piene mani fino all’amaro finale.

1931-32

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Cominciano 10 anni di fuoco, sportivamente parlando, e la stagione 1931-32 va raccontata per esteso: il Savona lotta per la prima volta per la Serie B. Esordiscono nella squadra allenata (ancora!) da un ungherese, Imre Payer: Canepa, Caviglione e Vanara, tre savonesi, che con l’altro “enfant du pays” Borgo saranno i “quattro moschettieri” del magnifico Savona degli anni ’30.
La squadra (formazione base: Palmeto, Pantani, De Valle, Perlo, Grassi, Flabi, Bacigalupo I, Caviglione, Bacigalupo IV, Canepa, Borgo. Borgo goaleador con 16 reti) si classifica al primo posto del girone di I divisione, superando di due punti la Sampierdarenese neo-retrocessa dalla serie superiore, grazie a un inizio di campionato impetuoso: 9 vittorie consecutive (con 26 gol fatti e solo 4 subiti!) che scavano subito un netto divario con il resto del gruppo, poi qualche inciampo ma nulla che possa compromettere il primato. Per poter salire in Serie B è necessario affrontare le finali, con le squadre vittoriose negli altri gironi: il Savona ritorna così, definitivamente, alla ribalta nazionale.
L’esperienza non è delle migliori: i biancoblù sono posti di fronte a Spal e Messina (il Saronno si è ritirato prima dell’inizio delle finali) e si impongono in una sola partita (1-0 in casa, avversari i giallorossi siciliani, che nella gara di ritorno in riva allo Stretto presenteranno in campo anche l’anziano plurinazionale Cevenini III detto “Zizì”).
Ma si sono poste le basi per il futuro: si afferma definitivamente il giovane Vanara, che sarà ricordato come uno degli atleti di maggior classe che mai hanno militato nella nostra squadra.
Il 3 dicembre la Nazionale si presenta nuovamente a Savona per un’amichevole di preparazione in vista dell’attesissima sfida di Torino contro l’Ungheria, che verrà disputata 10 giorni appresso. Per l’occasione in città viene dichiarata giornata festiva straordinaria, affinché tutti possano godere dello spettacolo calcistico pomeridiano. Rispetto all’anno precedente il Savona riesce anche a segnare il gol del provvisorio pareggio, prima di soccombere di nuovo sotto 7 reti.
Lo stadio stracolmo ha così la possiblità di assistere alle gesta dei vari Combi, Rosetta, Monzeglio, Bernardini, Caligaris, Cesarini, Libonatti, Ferrari, Meazza, Orsi ecc. Da rilevare che il C.T. Pozzo ha deciso di far giocare 3 tempi di mezz’ora, con inizio tassativo alle 14.30 in modo da permettere alla squadra di prendere il treno delle 17!

1930-31

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Savona sempre ai primi posti, anche se il Vigevano prende il largo fin da subito e si dimostra troppo forte per il lotto delle concorrenti.
L’inizio stagione si prospetta carico di nuvoloni neri: la società affronta la prima grave crisi finanziaria e se ne prospetta addirittura la liquidazione, toccherà all’avvocato Gambarella (il primo da sinistra nella foto della stagione) riuscire a trovare “la quadra” e proseguire con l’attività. Si parte con tantissime incognite dovute ad una campagna acquisti fatta all’osso, ma alla fine gli striscioni arrivano nel gruppo di testa ponendo le basi per la galoppata dell’anno seguente.
Anche quest’anno non ci sono retrocessioni a causa dell’ennesimo allargamento dei quadri.

1929-30

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I biancoblù, al termine di un campionato emozionante, arrivano a soli due punti dalla vetta, condivisa da Rivarolese e Lucchese. I toscani si imporrano allo spareggio per 1-0 salendo in serie B.
Campionato falsato dai ritiri di Asti (a due sole gare dal termine della stagione!) e Corniglianese che scombussolano il calendario e provocano dei rimestamenti in classifica. Il Savona si consola con il miglior attacco del girone: 50 gol in 24 partite.
Il 6 Febbraio 1930 la nazionale A, composta da Combi, Rosetta, Caligaris, Pitto, Ferraris IV, Castellazzi, Costantino, Ferrari, Meazza (il “Balilla” è all’esordio), Magnozzi, Orsi, supera per 7-0 i biancoblù (De Salvo, Pantani, Traverso, Storti, Grassi, Pellati, Bacigalupo I, Tomasi I, Tomasi II, Bacigalupo II, De Valle. Allenatore, un altro ungherese: Dimeny).
Nell’avanspettacolo la nazionale B supera una mista tra rappresentativa provinciale savonese ed altre riserve della nazionale per 3-0. I cadetti azzurri schierano: Compiani, Monzeglio, Gaspari, Rivolta, Avalle, Bertolini, Visentin, Giuliani, Sallustro (l’Attila, idolo dei napoletani e delle donne, scartato perché “troppo affascinante” per far posto a Meazza), Mazzoni, Tansini. La “mista savonese” comprendeva: Degani, Schienoni, Frumento, Bacigalupo IV, Farina, Perlo, Oxilia, Giacoppo, Saccheri, Negro.