La mascotte del Savona è il delfino, questo si sa, ma quando è nato questo simbolo?
All’inizio del secolo scorso i primi cronisti sportivi si trovavano in difficoltà nel proporre nomi che facessero immediatamente capire ai lettori di cosa stessero parlando: il calcio era uno sport d’importazione e nulla di simile era mai stato giocato a livello nazionale, per cui si faceva ricorso a piene mani a vocaboli inglesi e francesi (match, pelouse, ball, half, melée ecc.). Lo stesso valeva quando si dovevano indicare i componenti di una squadra, per tutti si usava la stessa denominazione: i poulains (i puledri, in francese) di… e si aggiungeva il nome dell’allenatore. La cosa andò avanti per un po’, fin tanto che il regime fascista non impose un progressivo cambio di stile, con nomi italiani che dovevano sostituire quelli stranieri: nacquero così il fuorigioco, la rete, il contropiede e mille altre espressioni. Nacque anche la voglia di descrivere le squadre non solo con i colori sociali o la città di provenienza, ma anche con una caratteristica distintiva per aumentare la leggibilità delle cronache (a quei tempi non esistevano le riprese filmate e le foto erano poche e in bianco e nero, chi voleva sapere della partita o andava allo stadio o leggeva sul giornale il giorno dopo): nacquero i soprannomi e per il Savona venne coniato quello di “Striscioni”, causa le bande larghe della maglia.
Gli Striscioni è un termine che viene usato ancora adesso, anche se con meno frequenza di un tempo, ma (e siamo già nel dopoguerra) ancora non si vede la nascita di una mascotte vera e propria: il primo fu un ragazzino usato per la fondazione del Circolo Biancoblù nel 1956, poi stilizzato in questo modo per celebrare la risalita in serie D
La cosa però ebbe carattere estemporaneo, tanto che di lì a poco comparirà una mascotte femminile
e nella serie B 1966-67 il settimanale “Riviera Notte Sport” (pietra miliare delle cronache sportive savonesi) così rappresentava il Savona:
con una Torretta in vari formati!
Nel frattempo però… Nel frattempo però, il giovane Circolo Biancoblù (una sorta di comitato d’appoggio esterno alla società) aveva ideato uno stemma nel quale i tifosi si identificarono immediatamente: un delfino col cappellino da marinaio che sorride sornione reggendo il tridente.
Eccolo qui il delfino, che nel corso degli anni verrà reso sotto forma di pupazzo, di scultura, di disegno magari modificato nelle forme (come per esempio nel logo di questo sito), ma che da quel momento in poi sarà per sempre il simbolo che farà battere più forte i cuori ogni volta che lo si vedrà.