La normalità torna nel 1919-20 ed il calcio italiano fa registrare un’impressionante crisi di crescita: le società spuntano come i funghi, e tutte vogliono giocare ai massimi livelli (a Savona, oltre alle già citate ci sono la Virtus, il Miramare, l’Aurora, la Garibaldi: è sorto il Varazze. A Vado sta crescendo lo squadrone che nel 1922 vincerà la prima Coppa Italia). La crisi di crescita del calcio non è soltanto, però, un fenomeno di diffusione del gioco, è ormai anche questione economica, di prestigio, di influenza politica: il pubblico affolla i piccoli stadi; le grandi città dispongono di grandi squadre che inaugurano il mercato dei calciatori.
Si torna in campo dopo 4 anni, il girone è sempre quello ligure, ma Genoa e Andrea Doria sono troppo superiori.
Savona, Grifone, Sampierdarenese e Spes danno vita a una lotta allo spasimo per evitare l’ultimo posto e alla fine gli striscioni ce la fanno per un solo punto nel vero e proprio spareggio, giocato a Teglia contro la Spes, come recupero della gara di campionato sospesa per oscurità.
Nell’estate arriva la bellissima notizia della convocazione in Nazionale di Rinaldo Roggero, ad oggi l’unico giocatore biancoblù ad avere indossato la maglia azzurra della nazionale maggiore. Roggero partecipò alle Olimpiadi di Anversa e giocò il 31 Agosto nell’unica partita vinta dall’Italia: 2-1 alla Norvegia.