1994-95

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Avviene il passaggio delle consegne: dopo 7 anni, impreziositi dal successo in Coppa Italia e dal primo posto a pari merito con l’Oltrepò, Grenno passa le consegne a Lino Di Blasio.
L’inizio è traumatico: niente ritiro perché non ci sono soldi, il precampionato si fa sulla terra battuta della 167 di Legino, rimborsi spese ridotti all’osso e chi resta lo fa solo solo per attaccamento alla maglia. Fortunatamente restano in parecchi, soprattutto i più forti, evitando così una diaspora che avrebbe avuto effetti disastrosi. A questi si aggiungono il ritorno di Patrick Panucci e Luca Bocchi e la decisione di Michele Sbravati di vestire il biancoblù.Il tecnico è Flavio Ferraro.
La squadra meriterebbe ben altre attenzioni di quelle che le riservano i tifosi, ma non per colpa loro. La Federazione, con una decisione a dir poco idiota, decide infatti di far giocare le partite al sabato per… guadagnare in visibilità! Il risultato è quanto di più scontato ci si possa immaginare: i pochi che seguono l’Interregionale diventano pochissimi, gli incontri si giocano di fronte a quei pochi intimi corsi allo stadio con il boccone nella strozza e le squadre in trasferta hanno il “supporto” dei dirigenti e dei parenti stretti dei giocatori… Un fallimento completo.
Già che siamo in tema di fallimenti vale la pena di ricordare che, quell’anno, il girone del Savona non contò nessun vincitore perché il Grosseto, arrivato primo, venne dichiarato fallito e quindi non fu iscritto alla C2. Il Borgosesia, secondo, declinò risolutamente gli inviti da Roma e la FIGC fece una corte spietata al Savona, terzo classificato, perché almeno gli striscioni chiedessero il ripescaggio in C2.
Nonostante le profferte romane, però, Di Blasio rifiutò categoricamente: per una società con pochi soldi e senza aiuti dalla città, avere giocato una stagione senza neanche gli incassi del botteghino era stato economicamente devastante, figurarsi andarsi a buttare in un’avventura tra i professionisti…
Il treno-C2 viene quindi lasciato passare senza troppi rimpianti: si vive alla giornata e ci si accontenta di quello che riesce a fare la squadra. Uno su tutti il record di SanViviani, che mantiene imbattuta la porta di casa per ben cinque mesi, per un totale di 1004 minuti!