Il Savona viene promosso, ma solo di mezzo scalino. La nuova serie C2, infatti, è una via di mezzo tra la D e la C: categoria professionistica come la C, ma che darà diritto solo alla promozione in C1 invece che alla B.
Comunque il Savona sale il mezzo scalino assieme a Imperia, Derthona, Albese e alla ripescata Sanremese. Alla guida degli striscioni viene chiamato Valentino Persnda, che riallaccia così il rapporto con la squadra della sua città.
La formazione è forte e spettacolare: Ridolfi in porta una saracinesca, nonostante l’altezza non eccelsa; un centrocampo solidissimo su cui svetta il funambolico Pandolfi, chiamato “Mandrake” dai tifosi per i giochi di prestigio con la palla; un attacco terribilmente concreto, composto da Pietropaolo e Buscaglia; una difesa splendidamente orchestrata da Nervi e Torchio.
Approfittando della formula che prevede la promozione delle prime 4 della classe, la domenica prima di Natale il passaggio di categoria è già diventato pura formalità: 10 vittorie e 4 pareggi nelle prime 14 giornate scavano un abisso fra gli striscioni e il resto della compagnia; una sconfitta indolore e poi altre 14 giornate imbattuta per una squadra che avrebbe avuto tutte le caratteristiche per imporsi alla stragrande in un torneo regolare, ma che poi lasciò all’Imperia l’onore del primato, una volta avuta la certezza matematica della promozione, a 6 giornate dalla fine…
In questa stagione il Savona ottiene anche una delle rarissime vittorie a tavolino della sua storia: succede a Borgomanero, alla prima di ritorno, quando i tifosi locali tentano l’invasione di campo dopo che l’arbitro aveva assegnato un rigore a favore dei biancoblù.