2004-05

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L’ultimo anno di Piro alla guida della società comincia presto, in estate, quando ancora ci sono delle concrete possibilità di ripescaggio a causa della disastrosa situazione del calcio italiano. I fallimenti si susseguono e anche i biancoblù avrebbero possibilità di essere riammessi nella categoria appena abbandonata. Dato che Piro aveva detto da tempo, a chiare lettere, che lui non aveva né la possibilità né l’intenzione di mantenere il Savona in C2, si forma una specie di “comitato di salvezza nazionale” che gli propone un affiancamento alla guida della società.
Sembra la volta buona: il Presidente nicchia, tentenna, ma non dice di no. Il gruppo, nel frattempo, comincia a preparare le carte da presentare in Federazione per entrare nella graduatoria dei ripescaggi. Sulle prime tutto sembra andare per il verso giusto: c’è la documentazione, ci sono le fideiussioni, c’è quello che ci deve essere; un brutto giorno (quello precedente i giudizi definitivi) a Roma si recano gli incaricati del Savona per portare gli ultimi documenti necessari e chiedono di controllare la cartella del Savona, in modo da fare l’ultima verifica. Il dossier è vuoto!
Il giorno dopo viene sancita la definitiva rinuncia del Savona alla C, in città si grida allo scandalo, il comitato che aveva promesso di appoggiare Piro se ne va sbattendo la porta, Piro si difende attaccando a tutto campo: ormai è veramente solo contro tutti.
La stagione sportiva inizia nel marasma più totale: non ci sono giocatori, non ci sono dirigenti, non c’è l’allenatore, non c’è niente. La squadra viene veramente messa assieme alla spera-in-Dio, con elementi pescati qua e là senza una logica. I tifosi cominciano una contestazione durissima con volantini, striscioni e soprattutto l’assenza dalle partite. E’ cominciato un braccio di ferro che culminerà, nel derby di Novembre contro il Vado, nel tentativo di sfondamento delle cancellate per aggredire fisicamente colui che fino a pochi anni prima veniva acclamato come un eroe.
La situazione di assoluta precarietà e improvvisazione si trasferiva anche in seno alla squadra: durante il campionato la panchina veniva cambiata ben 5 volte! La giostra Cavallaro, Mango, Taricco, di nuovo Mango e di nuovo Cavallaro dà chiaramente l’idea di cos’abbiano dovuto sopportare i giocatori. Poco alla volta, durante il campionato, arrivano elementi in grado di rendere la rosa, se non competitiva, perlomeno in grado di cercare di giocarsi la salvezza. I biancoblù hanno anche fortuna: durante l’anno si assiste al suicidio del Valle d’Aosta, della Novese e del Borgosesia, anche loro in piena crisi dirigenziale. Questo aiutava gli striscioni a coltivare qualche speranza di salvezza diretta, ma le ultime due giornate condannavano il Savona a giocare, per il secondo anno consecutivo, i playout.
Concluse con gli stessi risultati di 12 mesi prima, il ricordo delle due partite di spareggio contro il Versilia è più vivo che mai a causa di quanto accaduto al ritorno. Mentre il primo match si era chiuso a reti inviolate senza grossi patemi da una parte e dall’altra, la seconda partita vedeva i toscani andare in vantaggio a dieci minuti dalla fine della prima frazione: il Savona doveva segnare assolutamente un gol se voleva salvarsi.
Tutta la ripresa era ormai passata senza che i biancoblù fossero riusciti a fare breccia nella retroguardia ospite, mancava un minuto alla fine del recupero quando l’arbitro assegnava una punizione al Savona dai 25 metri, in posizione leggermente sinistrorsa rispetto alla porta toscana. Sulla palla si presentava Piovesan, l’unico in grado di dare potenza al tiro, anche se non aveva mai segnato in tutto il campionato; sul Bacigalupo scendeva un silenzio assoluto. Rincorsa di Piovesan quando mancano 16 secondi alla fine del match: tiro e cannonata che toglie le ragnatele dal sette della porta difesa da Salvadori!
Un boato disumano saluta la prodezza, i giocatori schizzano verso il pubblico, la gente si rovescia sui gradoni: chi a piangere di gioia, chi a tentare di evitare l’infarto causa l’emozione, chi avvinghiato in un abbraccio liberatorio. L’incubo è finito: il Savona è salvo, lo spettro dell’Eccellenza è scacciato. Ma i tempi grami non sono terminati…