2003-04

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Questa stagione parte ancora peggio della precedente: dopo aver rifiutato, per un motivo o per l’altro, tutti i tentativi di appoggio ricevuti, Piro dichiara apertamente di non essere in grado di mantenere la società in C2, a suo dire a causa della scarsa sensibilità delle istituzioni e dell’imprenditoria locali.
La squadra viene quindi assemblata cercando di spendere il meno possibile e con quegli elementi che decidono di restare in biancoblù. Coppa e inizio campionato danno chiaramente l’idea di quali siano le falle nella compagine savonese: manca totalmente un centravanti e anche la difesa è troppo risicata per affrontare sfide di un certo livello. Il Presidente sulle prime fa orecchie da mercante, poi tenta di intervenire sul mercato con le poche forze economiche a disposizione.
La situazione non migliora di granchè: i biancoblù continuano a navigare nelle zone basse della classifica, giocandosi l’ultimo posto con Palazzolo e Sassuolo. Il Savona riesce a prendere un minimo vantaggio grazie alla vittoria esterna a Palazzolo, ma non c’è la continuità nei risultati e la squadra non esce mai dalla zona playout.
La stagione ruota attorno a tensioni pazzesche. Piro se la prende con tutti: tifosi, giocatori, Comune facendo esplodere conflitti assurdi che riescono solo ad alzare la temperatura a livelli parossistici e a provocare una netta divisione nella tifoseria fra i suoi pochi fedelissimi e un’ampia maggioranza che ormai lo vede come fumo negli occhi. In questo bailamme ci rimette soprattutto la squadra, che cerca di estraniarsi il più possibile da simili questioni, ma che, naturalmente, non riesce a restarne del tutto immune.
All’ultimo turno ci sarebbe addirittura una possibilità incredibile: vincendo a Legnano si metterebbero i padroni di casa nella condizione di partire nei playout in condizione di sfavore e agli striscioni basterebbero due pareggi nella doppia sfida per salvarsi… I lilla, però, non si fanno scappare l’occasione e si mettono loro nella migliore condizione possibile, raggiungendo a quota 41 Pro Vercelli e Montichiari: sono questi ultimi, però, a salvarsi direttamente in virtù della migliore classifica avulsa. I legnanesi se la vedranno di nuovo con gli striscioni.
Il fondo del Bacigalupo è in condizioni disastrose, anche se basterebbe poco per renderlo almeno decente. Per una settimana Piro parla di affittare un rullo compressore, almeno per spianare il terreno di gioco. Naturalmente non se ne fa niente e le due squadre sono costrette a giocare su una brulla steppa: lo 0-0 finale non è nient’altro che l’unico risultato possibile su un terreno del genere.
Il ritorno non viene neanche giocato a Legnano: in città c’è il Palio e la partita è spostata a Sesto San Giovanni. Il campo perfetto permette almeno di vedere del gioco, e i lilla passano subito in vantaggio; il pari savonese arriva attorno alla mezz’ora per merito di Peluffo. C’è ancora un’ora da giocare: i biancoblù attaccano con le forze che hanno a disposizione, i legnanesi tengono botta correndo anche dei rischi pazzeschi, come a cinque minuti dal termine, quando un difensore salva sulla linea a portiere battuto.
La fine delle ostilità vede l’amaro ritorno degli striscioni nell’inferno dei dilettanti: la favola del professionismo è durata solo due anni, quell’altra bella con Piro è finita da un pezzo.