Nella vita (nel nostro caso addirittura centenaria) di un aggregato umano e sociale, come può essere quello di una società sportiva delle fasi che possono essere definite “di grazia”, di piena capacità di espressione, di riunificazione quasi perfetta tra intenti e risultati.
Un periodo di questo genere è accaduta nella storia del Savona FBC nel corso della prima metà degli anni ’60, quando società, squadra, pubblico si trovarono riuniti nella rincorsa alla categoria superiore, disputando una serie di stagioni ad alto livello illuminate dalla presenza di personaggi di grande qualità, sul campo e fuori del campo: dicevamo del pubblico, che in quella fase fu fattore determinante (erano tempi in cui le espressioni del tifo erano ben diverse dalle attuali) non solo sul piano numerico, ma soprattutto nel far sentire la società e la squadra parte importante di un vivere comune; così dalle espressioni di quel “sentirsi comunità” nacquero anche nuove forme di comunicazione, principalmente nel giornalismo, dove accanto alle pagine dei quotidiani locali che dedicavano ampio spazio al sodalizio biancoblu, sorsero nuove iniziative, prima Savona Sport di Cava e Pastorino, poi “Riviera Notte Sport” su iniziativa di Marco Sabatelli, con le prestigiose firme di Luciano Angelini, Nanni De Marco, Enrico Fabbri: “Riviera Notte” (palestra di molti altri virgulti della penna sportiva) diventò così il luogo della narrazione delle vicende del Savona e di tutto lo sport savonese, che pure viveva in quel momento una fase di notevole sviluppo. “Riviera Notte” fu fattore di coinvolgimento direi quasi “strategico”, ineguagliabile strumento di crescita e di promozione per le diverse attività sportive, che non avrebbe potuto però avere quello sviluppo se non si fosse trattato di un periodo felice come quello che abbiamo cercato di descrivere all’inizio.
La stagione 1962–63 vide la conferma di Furiassi alla guida della squadra, e l’arrivo di alcuni adeguati rinforzi: il portiere Giancarlo Tonoli, dall’Anconitana, via Mantova (Giancarlo, poi, è rimasto nella nostra città, portando avanti una fortunata impresa commerciale), il classico terzino Costantini (dalla Mestrina), il fortissimo centromediano Ballardini (dal Forlì), il mediano Natta (dal Genoa), gli attaccanti Dal Balcon (dalla Reggina), Cella (dal Mantova, anche lui dopo una fortuna carriera calcistica tornerà a Savona per impiegarsi in banca), Berto (dalla Mestrina).
In discussione rimase l’assetto tattico: Furiassi era affezionato al “sistema” classico, mentre si stava affermando l’utilizzo del “libero” e l’altalenarsi dei due schemi frenò un poco le grandi potenzialità della compagine.
In ogni caso il Savona si dimostrò, specialmente tra le mura amiche, capace di praticare un gioco spettacolare e redditizio ed ingaggiare, così, con Varese e Novara un magnifico duello per il vertice della classifica.
Il Varese, fortissimo ed equilibrato in ogni reparto, già attrezzato per la successiva rincorsa alla Serie A, riuscì vittorioso nel confronto, soprattutto grazie al fatto di essere uscito imbattuto dal “Bacigalupo”, al termine di un incontro dalle mille emozioni chiusosi sull’1-1.
Vi è da registrare una sola sconfitta interna: il 18 Novembre 1962, il Legnano passò per 2-1; ma è da rilevare che, quel giorno, con la maglia lilla numero 11 giostrava un “certo” Gigi Riva.