Una incomprensione con Del Buono allontana Bertolotto, si infortuna gravemente Longoni e, nonostante siano innestati all’attacco due veri e propri “cracks” come Bertin Mantero e Mario Ventimiglia (che aveva già giocato in Serie A con Juventus e Sampierdarenese) l’esito della stagione 49-50 non risulta in linea con le ambizioni dichiarate: settimo posto (vince il campionato il Seregno, che tornerà in serie B grazie alla rinuncia del Mortara a disputare lo spareggio-promozione). Pesa sopratutto l’incertezza nella direzione tecnica; allontanato Bertolotto, la squadra è affidata provvisoriamente all’ex- giocatore Venturini, poi, dopo un contatto con Cattaneo (che preferisce i milioni del Parma) arriva l’argentino Josè Volante, già centromediano del Napoli, i cui metodi non si dimostrano adatti ai mezzi tecnici biancoblu.
Non bastano così i 20 goal di Mantero: l’ex- vadese si rivela cannoniere di razza, come poi si dimostrerà ancora nel corso della sua carriera a Sanremo ed a Asti. La formazione è quanto mai squilibrata e si verifica un’alternanza di risultati pazzeschi, mai più tornati nella storia biancoblu, passando “con disinvoltura” da imbarcate storiche a punteggi roboanti che danno bene il senso della mancanza di misura della formazione.
Il torneo è, al solito, chilometrico e si concluderà solo alla fine di Giugno con la replica, inutile anche se vincente, dell’ultima disgraziata partita dell’anno precedente contro la Gallaratese.
Intanto si verifica un fenomeno extra-sportivo che inciderà molto anche sulle vicende del sodalizio biancoblu: esplode la crisi delle grandi fabbriche savonesi, segnatamente dell’Ilva. Nel quadro della riconversione dell’industria bellica, le scelte delle Partecipazioni Statali prevedono l’apertura di un grande centro siderurgico a Cornigliano ed il ridimensionamento di Savona.
La città si schiera compatta in difesa della sua grande fabbrica, si svilupperà una lotta durissima per tutto l’inverno del 1951 (si troverà in crisi anche il fortissimo indotto, ed egualmente le difficoltà investiranno anche il settore elettromeccanico e la sua azienda-guida: la Scarpa e Magnano, situata nel quartiere operaio di Villapiana).
Da questa vicenda, provvista di risvolti politici ed umani molto importanti, Savona uscirà fortemente impoverita e, di conseguenza, anche la certosina richiesta di fondi di Del Buono subirà rilevanti contraccolpi.