1946-47

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La stagione 1946-47 registra il ritorno al girone unico di Serie A, ma eguale situazione non è possibile realizzare in Serie B: ancora 3 gironi, ma chilometrici a 22 squadre.
Del Buono cerca di rafforzare la squadra, ma l’impresa è superiore alle possibilità: ritornano Zanni e Puccini, dalla Sampdoria (che ha un surplus di giocatori, dopo la rifusione, questa volta spontanea, tra Sampierdarenese e Andrea Doria) arrivano Diotallevi e Di Piazza.
Tra i nuovi acquisti c’è anche un milanese ventunenne, che dopo aver militate nelle giovanili rossonere era passato alla Medese in Promozione: un mediano dall’ottima visione di gioco e dal gran tiro. Si tratta di Roberto Longoni: diventerà una delle colonne della squadra, per tante stagioni; persona seria e rigorosa, impiegato di banca che per allenarsi si recava in Corso Ricci alle 6 del mattino costringendo Levratto a levatacce impossibili, sarà poi il “fondatore” di una vera e propria dinastia di calciatori: il figlio Paolo giocherà con Savona, Vado, Carcarese, il genero Antonio Marcolini con Savona, Bari, Triestina (tra le altre), il nipote Michele Marcolini (quello che, calcisticamente, assomiglia di più al nonno) è stato un giocatore di Serie A dopo essere passato dal Torino, al Bari, all’Atalanta, al Chievo.
Il campionato 1946-47 si conclude, però con una malinconica retrocessione (le squadre destinate a lasciare la categoria sono ben 5): inutilmente la squadra ha lottato, ottenendo anche qualche buon risultato, ma -alla fine- la legge dell’organizzazione e del denaro hanno prevalso.
A fine campionato c’è pure la soddisfazione di affrontare la Juventus in amichevole: 3-1 per i bianconeri in una calda domenica di Luglio.
Si sono gettate le basi per due stagioni, che debbono essere ricordate come tra le migliori.