1912-13

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L’attività ufficiale del Savona è cominciata ormai da 5 anni, ma le partite sono poche e mal descritte. Il calcio è alle prime armi e nelle rubriche sportive compare dietro a ciclismo, canottaggio e altri vari sport tra cui il tiro alla fune…
Il 1912 rappresenta la stagione del lancio definitivo: al sedicesimo anno di vita, il campionato nazionale ad “inviti” basati su giudizi personali cominciò a suscitare malumori e perplessità anche nei massimi dirigenti federali, i quali si rendevano conto che l’interesse generale verso il loro sport andava aumentando sempre più e la Federazione avrebbe dovuto capitalizzare al massimo questa crescita di popolarità. Si arrivò quindi al progetto Faroppa-Valvassori, che per la prima volta ipotizzava di creare un meccanismo di promozioni e retrocessioni fra le categorie, con il conseguente spostamento delle formazioni B e C delle squadre di Prima Categoria in un apposito campionato riserve. Per iniziare ad allargare i quadri la Federazione decise di far disputare apposite eliminatorie fra le squadre che godevano di determinati requisiti tecnici ed organizzativi: primo fra tutti possedere un terreno di gioco recintato (in modo da poter far pagare il biglietto d’ingresso) di dimensioni non inferiori a 90 x 45. Giusto un anno prima il Savona aveva preso in affitto il campo di via Frugoni…
Nel 1912, infine, la sezione Foot-ball della Fratellanza aveva redatto un suo regolamento interno, primo passo per la creazione di una società calcistica autonoma.
Il Savona passò il primo test di qualificazione superando per 3-1 il Como sul campo “Juventus” di Torino, ma cadde nella finale interregionale contro il Libertas Milano (0-1), che così potè partecipare al massimo campionato per la stagione 1912-13. Ai savonesi restò la strada del campionato regionale, composto da “ben” 3 squadre: Savona, Liguria e Forza e Virtù di Novi Ligure, aggregata in quanto più comoda a livello di spostamenti rispetto al campionato piemontese. Del torneo si sa poco, se non che i biancoblù strapazzarono ben bene sia i novesi che i genovesi, ma persero inopinatamente all’ultima giornata e per ottenere il salto di categoria si dovette giocare lo spareggio, che si disputò a Genova fra Liguria e Savona: per quella partita, però, i savonesi dovettero rinunciare all’apporto di Poggi e Hurny vedendosi di fatto dimezzato il loro potenziale offensivo. Approfittando dello stato delle cose e ribaltando un pronostico che sembrava segnato, i ligurini vinsero per 1-0 nei tempi supplementari.
Nel corso della stagione, il Savona ben si comportò nelle numerose amichevoli disputate contro squadre di I categoria e quando fu deliberato di allargare i ranghi della massima serie, avendo anche perso addirittura due spareggi di qualificazione, i savonesi vennero accettati a far parte delle squadre di élite proprio grazie alle ottime (e sfortunate) prestazioni dei mesi precedenti.